Trekking in Giappone

Escursione al Mocchomudake, Yakushima

La missione di oggi è conquistare la vetta del Mocchomudake ( モッチョム岳 ), uno degli hike più brevi ma allo stesso tempo impegnativi di Yakushima. Il dislivello da colmare è infatti di soli 700 metri ma il totale, tra gli obbligatori sali e scendi, sono più di 1000, tutti da conquistare nello spazio di pochi kilometri di sentiero.

Il sentiero

Il sentiero parte dall’ampio parcheggio utilizzato per raggiungere il punto panoramico delle Senpiro Falls raggiungibile dal vicino paese di Onoaida a sud est dell’isola. Il punto panoramico per la cascata è lì a due passi quindi ci concediamo una sosta ancora prima di iniziare a salire. Il tempo di percorrenza medio per questo hike è di circa 6 ore per una persona mediamente attiva. D’inverno è quindi importante partire abbastanza presto per non trovarsi ancora sulla via del ritorno verso le 16 quando tramonta il sole.

Le Senpiro Falls

Non siamo qui però per godere della pur bellissima vista. Ci incamminiamo subito sul sentiero ben segnalato che inizia la salita verso il sovrastante monte Mocchomu.

Il punto di partenza del sentiero

Il sentiero è ben segnalato lungo tutto il percorso da nastrini di colore rosa fosforescente. Questi nastrini sono fondamentali perché in più punti la vegetazione e le radici degli alberi coprono il sentiero e non è facile indovinare come proseguire. Se non siete sicuri del percorso che state facendo la raccomandazione è di tornare all’ultimo nastrino individuato prima di proseguire.

L’immagine sul cartello riporta una rappresentazione del sentiero e un comodo schema del percorso suddiviso in tempi di percorrenza e dislivello da colmare (分 significa minuti).

Granchio di montagna

Il sentiero parte a 270 metri sul livello del mare e subito si inerpica in salita con una pendenza di 30-40 gradi. Se siete abituati a sentieri come quelli di Yakusugi Land dovete sapere che questo non è altrettanto ben mantenuto. Se avesse appena piovuto potrebbero esserci diversi punti da gestire con cautela.

Appena arrivati a 400 metri, con nostro stupore ci imbattiamo in un vivacissimo granchio. Salutato il nostro amico proseguiamo cercando di moderare la lunghezza del passo per non affaticarci eccessivamente.

Dopo circa un’ora di salita incontriamo un fiume dove i locali fanno rifornimento d’acqua. Noi ne avevamo portata a sufficienza ma in piena estate potrebbe essere un’occasione da valutare.

Seguite i nastrini per non perdere il sentiero

Dopo il fiume si iniziano a incontrare alcuni punti con delle corde fissate per aiutarsi con l’equilibrio. Non sono tutti appigli fondamentali ma possono rivelarsi molto utili nel caso il terreno si bagnato. Le grandi e robuste radici quando si bagnano possono infatti essere molto scivolose.

I cartelli indicheranno i vostri progressi ogni 100m di elevazione guadagnati e a 800 metri vi sentirete praticamente arrivati. Ma sbagliereste a pensare che la meta si trovi a portata di mano. Da qui inizia infatti un sali e scendi piuttosto lungo per raggiungere il picco del mocchomudake. La fortuna è che tutto il percorso fino a qui è all’ombra degli alberi e anche quando le temperature fossero alte, in estate per esempio, non dovreste avere troppi problemi.

Il maestoso Bandai Sugi

Il sentiero a un certo punto vi porterà sotto le radici del Bandai Sugi, uno degli alberi più longevi dell’area (ha più di 3000 anni). La sua stazza è maestosa e dovrete ingegnarvi a trovare un modo per fotografarlo per far rendere le dimensioni. Arrivati qua siete a circa metà del percorso, potete approfittarne per riposarvi un po’ ma senza ancora adagiarvi sull’alloro. Il percorso da qui in poi infatti si fa più tosto.

Le corde sono posizionate strategicamente

Da qui in poi la salita diventa leggermente più tecnica ed è necessario aiutarsi con le mani per trovare gli appigli giusti. Avere uno zaino aderente alla schiena e non un semplice zainetto potrebbe aiutare a non sbilanciarsi troppo.

L’ultimo tratto è poi un crinale abbastanza stretto che vi porterà direttamente sulla cima. La folta vegetazione di bambù e altre piante aiuterà chi soffre di vertigini a non guardare sotto. Il percorso non è particolarmente pericoloso ma è importante rimanere vigili e attenti per evitare di cadere o prendere una storta.

Quest’ultimo tratto è piuttosto antipatico ma la ricompensa finale è ormai a portata di mano. Presto potrete consumare il vostro pranzo davanti a una delle viste più spettacolari dell’isola di Yakushima.

La vetta

Complimenti, avete raggiunto la vetta ! Sotto di voi potete scorgere il paese di Onoaida, che più tardi potrete visitare perché ospita un fantastico Onsen. Alla vostra sinistra nelle belle giornate potete vedere Tanegashima. Lo spazio in vetta non è troppo spazioso ma è più che sufficiente per riposarsi in tutta sicurezza. C’è la possibilità di vento in quota quindi è raccomandato portarsi dietro una kway.

Finalmente in vetta

Il panorama dal monte Mocchomu

La discesa

Non attardatevi troppo a scendere verso la base. La discesa mette infatti abbastanza sotto stress le ginocchia e potrebbero essere necessarie più pause rispetto all’andata. La discesa ripercorre lo stesso identico sentiero dell’andata. Appena raggiunta la macchina noi abbiamo raggiunto il vicino onsen di Onoaida, famoso per la sua acqua dalle proprietà lenitive. L’ingresso costa 200 Yen ed è possibile affittare l’asciugamano e il sapone nel caso non li aveste con voi.

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