Forse la più giapponese tra le destinazioni nell’arcipelago di Okinawa, Miyakojima ha un’identità diversa da tutte le altre. Iniziamo con il dire che la morfologia di quest’isola è una caratteristica fondamentale: è completamente piatta.
La totale assenza di rilievi collinosi e la piccola dimensione la renderebbe in teoria ideale per chi decida di spostarsi in bicicletta. L’unica nota negativa di questa scelta potrebbero essere le alte temperature giornaliere che non invogliano a grandi pedalate (ma esistono le e-bike).
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Miyakojima è servita non da uno ma da ben due aeroporti che la collegano comodamente al resto del Giappone, quindi esclusivamente domestici. Una volta atterrati a Miyakojima potrete noleggiare una macchina oppure farvi portare in taxi presso la vostra destinazione finale che non sarà a più di 25 minuti di distanza. Molti hotels organizzano shuttle gratuiti per l’aeroporto.
A Miyakojima non avrete molta scelta. O noleggiate una macchina (necessaria la patente internazionale) oppure dovrete muovervi con taxi o bici.
Una prima tappa quando si gira intorno all’isola è la spiaggia di Sunayama, a pochi chilometri a nord di Hirara sulla costa occidentale. La spiaggia è ampia e pulita ma ciò che la rende famosa è l’enorme arco di roccia naturale situato direttamente sul lungomare. Ci si può camminare attraverso e iniziare a nuotare proprio da qui. Questa è la zona più iconica di Miyakojima ed è spesso usato come promozione per l’isola.
Man mano che si segue la strada verso nord, l’isola diventa sempre più stretta e infine termina su un ponte che la collega con il minuscolo isolotto di Ikemajima.
La più grande barriera corallina del Giappone, chiamata Yabiji, inizia proprio qui e si estende fino al Mar Cinese Orientale. Qui diverse compagnie offrono gite in barche con il fondo in vetro. Queste sono barche il cui pavimento è in parte trasparente consentono una buona visione del mondo sottomarino anche a chi non fa immersioni.
Un’altra spiaggia da annotare è quella di Maehama, famosa per la sua lunghezza (7 km) e per il colore della sua sabbia. Maehama è piuttosto attrezzata grazie ad alcuni hotel che occupano una porzione di spiaggia.
Altre zone costiere sono rocciose ma non per questo prive di fascino.
L’isola di Miyako ha sempre fatto parte del regno delle isole Ryukyu e solo recentemente, nel 17esimo secolo, è stata soggiogata dal clan giapponese dei Satsuma. Gli abitati di Okinawa sono considerati oggi al 100% giapponesi ma questa loro assimilazione forzata (per mano militare) si può ancora notare oggi in molti aspetti della cultura locale.
Gli aspetti più divertenti e meno seri della cultura locale a Miyakojima possono essere assimilati a semplici curiosità. Sapevate che in tutta l’isola esiste un solo semaforo ? Per un paese come il Giappone che regola quasi tutti gli incroci con i semafori (non esistono le rotonde) questo è un fatto piuttosto bizzarro. L’unico semaforo dell’isola è stato installato a scopo didattico, per insegnare ai bambini come attraversare la strada quando si recano fuori dall’isola.
Tutti gli altri incroci dell’isola sono presieduti e controllati da Mamoru-kun, un poliziotto fantoccio. Lo vedrete davvero ovunque.
Mamoru-kun sorveglia una intersezione
L’unico centro abitato di dimensioni rilevanti è Hirara, al centro dell’isola. Hirara contiene diversi negozi con insieme un buon numero di bar e ristoranti. Non vi immaginate grandi club o discoteche quanto più la possibilità di connettersi con la popolazione locale di fronte a una birra e dei piatti tipici.
Farà piacere a molti sapere che l’habu, il serpente velenoso presente a Okinawa, è completamente assente dall’isola di Miyako.
Uno dei pochi monumenti dell’isola è la tax stone, o pietra dell’imposta. Qui fino al 1902 veniva misurata l’altezza degli abitanti di Miyako e se venivano superati i 143cm si dovevano pagare le tasse.
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